THE HOUSE OF WAX - LA MASCHERA DI CERA
Jaume Collet-Serra · 2005 · 113 min
Un gruppo di ragazzi diretto ad una partita di football, si imbatte in due fratelli squilibrati che gestiscono uno "strano" museo delle cere
Spiegazione
A cura di Rita Grieco
Se pellicole come "Non aprite quella porta" del 2003 avevano piantato il seme dello slasher di nuova generazione, House of Wax ne rinnova le CONVENZIONI mantenendone l'estetica esplicita e brutale con rivisitazione dei classici horror del 53' e del 33' conservando il concept portante del museo delle cere in chiave TEEN HORROR e TOURIST TRAP, mescolando il fascino dell’estetica MACABRA e surreale con i cliché tipici del genere
L'ESTETICA VISIVA è interamente sorretta dalla scenografia dal MUSEO delle cere, una trappola visivamente seducente che incarna bellezza e il terrore, che non si pone solo come una semplice location ma diventa CENTRO NEVRALGICO degli eventi grazie ai suoi corridoi oscuri, alle figure inquietanti e le superfici TRASLUCIDE che riflettono le ombre. La REGIA si sofferma particolarmente sui dettagli attraverso un montaggio serrato e un uso sapiente della luce che si mantiene quasi sempre su tonalità oscure esplodendo poi in picchi di luce calda
Nonostante House of Wax riprenda i tratti distintivi dell'horror adolescenziale, riesce a presentare scelte sovversive come uno stile realmente non autonomo ma costruito per intrattenere un pubblico giovane, mescolando il classico binomio SESSO-MORTE con un gusto dell'horror che si insinua nella quotidianità. Non a caso i PERSONAGGI, seppur siano STEREOTIPATI e dalle movenze confutabili, mostrano resilienza, nervosismo e simpatia, dando quel giusto spessore emotivo per poter immedesimarsi o mettere in discussione le loro scelte, i loro caratteri e le loro interpretazioni, grazie a un cast giovane e fresco che, nonostante qualche sbavatura, prova a fare del suo meglio
Il film gioca con il VOYEURISMO, tipico dei primi anni 2000, in una dinamica dove la morte si tramuta in un'OPERA D'ARTE, da collezione, perversa e crudele. Il RITMO del film è altalenante e bilancia momenti di calma esplorativa ad esplosioni di VIOLENZA ORIGINALE, lacerante e con un velo di ironia, creando un clima di continua SUSPENSE mantenuta da una trama tanto lineare quanto prevedibile
La CERA, elemento centrale della pellicola, prova a intendersi come, seppur lieve, METAFORA VISIVA sulla fragilità della vita e la sua capacità di essere plasmata, manipolata ed infine distrutta: le figure di cera, apparentemente PERFETTE, riflettono il desiderio sadico di conservare STATICAMENTE ciò che è destinato a svanire, come la CARNE, in un'illusione razionale stravagante che culmina esattamente come la cera, sciogliendosi
House of Wax, nonostante la sua narrazione SEMPLICE e i suoi difetti, riesce nel compito di intrattenere, riesumando un insieme di nostalgia e divertimento sadico che poche altre pellicole riescono ad accendere
Consiglio: Perfetto per una serata di horror pop corn