THE GERBER SYNDROME
Maxi Dejoie · 2011 · 88 min
Un medico, una ragazza infetta e un giovane agente discutono del dilagare di una malattia mortale ed altamente contagiosa, a metà fra l'ebola e l'AIDS. Il morbo si è diffuso rapidamente in tutto il mondo e causa una forte febbre, alterando il sistema nervoso. Lo stadio finale della malattia trasforma i poveri malcapitati in zombie
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Spiegazione
A cura di emanuele di filippo
“The Gerber Syndrome” mescola il genere ZOMBIE agli elementi distintivi del MOCKUMENTARY, in un thriller-horror che dà corpo ad un prodotto che ha segnato il panorama INDIPENDENTE del cinema italiano, soprattutto per un rapporto budget/qualità lodevole. Ancora molto attuale, esplora la paura del CONTAGIO e la crisi sociale che ne deriva; pur restando nei limiti di un pubblico di nicchia, ha ottenuto un buon riscontro tra gli appassionati del genere, richiamando film come “28 giorni dopo” e “The Walking Dead”, associandosi per un approccio crudo e CREDIBILE, che lascia spazio anche alla critica comune.
Grazie alla tecnica DOCUMENTARISTICA, trasporta lo spettatore in un mondo realistico in cui la fanno da padrone le riprese a mano e un montaggio FRENETICO, che aumentano la tensione pur potendo mostrare poco. Aiutano le inquadrature in stile REPORTAGE, con camera digitale, quasi AMATORIALE, che creano un legame molto stretto tra lo spettatore e i protagonisti nelle loro interviste mentre la fotografia utilizza principalmente il richiamo alla luce NATURALE, mantenendosi bassa e con ombre marcate.
La desolazione è palpabile, soprattutto quando si scelgono tonalità verdi sporche, accostandosi ad una recitazione dei protagonisti che non perde mai mordente e risulta sincera, contribuendo al REALISMO emotivo della trama, con alcuni colpi di scena ben piazzati, che vivono soprattutto nella paura del non mostrato.
L’atmosfera del film è molto OPPRIMENTE, e man mano il senso da fine del mondo si fa greve: Pur non diventando mai un post-apocalittico, la tensione resta ben calibrata, sfruttando lunghe PAUSE di riflessione che sottolineano l’inevitabilità degli accadimenti, anche nelle parti più votate all’azione CONFUSIONARIA. Grazie alla sua struttura narrativa, tra emotività e angoscia, non annoia mai tenendo sempre alta l’attenzione, forte del fatto di mescolare l’horror con una riflessione psicologica dalla quale, in seguito al Covid-19, nessuno si potrà più sottrarre con facilità.
L’approccio documentaristico crea l’unicità del film, concentrandosi meno sul mero
concetto di Zombie e più sulla CRITICA SOCIALE, evidenziando la paura che porta alla disumanizzazione e l'imprevedibilità della natura.
La metafora lampante rappresentata dal VIRUS è il terrore del diverso e del caos senza controllo che una pandemia globale può causare. Vengono messe in campo etica e moralità, fragili STRUTTURE ormai INADEGUATE a SORREGGERE la società umana, che altro non fa che cedere alla violenza quando minacciata, arrivando a suggerisce che la salvezza dipende dalla capacità di conservare l’umanità, unica vera arma rimasta a fronteggiare il collasso.
“The Gerber Syndrome” è un’opera del panorama zombie di nicchia che, pur non essendo perfetta, risulta INTERESSANTE e godibile, offrendo spunti di riflessione e momenti angosciosi.
Consiglio: Una visione originale e di nicchia sul mondo zombie che piacerà sicuramente agli amanti del genere indipendente